Il certificato medico per la pratica del nordic walking

certificato nordic walkingMolte sono state le discussioni sulle ultime normative a proposito del certificato medico riguardo l’attività sportiva, le domande sono le medesime:  perché occorrono, chi deve farlo, come va fatto, l’attività svolta rientra nell’ambito agonistico non agonistico, ludico amatoriale…ecc…???.

A nostra opinione la prima cosa che ci viene in mente è partire dal presupposto, come diceva un noto scrittore: “bisogna avere cura del nostro corpo,  perché è l’unico posto in cui dobbiamo vivere”.

Prima di intraprendere qualunque attività fisica dobbiamo quindi essere consapevoli della nostra condizione di salute avendo cura di ascoltare il proprio corpo ma anche di affidarci a chi di competenza (dottori, infermieri, medici …) per aver una visione più accurata delle nostre condizioni fisiche.

Il Nordic Walking, vi ricordiamo, è una forma di attività fisica non agonistica che ha come obiettivo principale l’ottenimento del proprio benessere psico-fisico, questo raggiungibile solo e soltanto grazie ad una corretta tecnica di base. Uno sport che può essere al contempo abbinato a prestazioni sportive e fitness per il suo elevato coinvolgimento muscolare. Un’attività che si può praticare da soli in compagnia e in gruppo. Al momento, fortunatamente (n.d.r.), non ci sono vere e proprie gare/competizioni di questa disciplina sportiva.

Di seguito potete leggere la trascrizione delle linee guida in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica:

Il Responsabile del Settore Sport AICS, Ciro Turco ricorda che il Ministero della Salute, in data 8 agosto 2014, ha approvato le Linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportava non agonistica, ai sensi dell’art. 4, comma 10 – septies, della legge 30 ottobre 2013, n. 125.

E’ opportuno sottolineare che le suddette Linee guida NON SI APPLICANO ALL’ATTIVITA’ LUDICA E AMATORIALE, intendendosi per tale, ai sensi del “decreto Balduzzi”, l’attività “ludico-motoria”, praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI, individuale o collettiva, non occasionale, finalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fisico della persona, non regolamentata da organismi sportivi, ivi compresa l’attività che il soggetto svolge in proprio, al di fuori di rapporti con organizzazioni o soggetti terzi.

In base alle suddette Linee Guida, si definiscono attività sportive non agonistiche quelle praticate:

Da coloro i quali svolgono attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline sportive associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI per coloro che non sono considerati atleti agonistici;

Coloro i quali partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale;

Dagli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dagli organi scolastici nell’ambito delle attività parascolastiche (non, quindi, per l’educazione motoria curriculare).

Tale classificazione risulta essere sostanzialmente analoga a quella stabilita dal DM 28 febbraio 1983, recante “Norme per la tutela sanitaria dell’attività sportiva non agonistica”.

I certificati per l’attività sportiva non agonistica continuano a poter essere rilasciati dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, nonché dai medici specialisti in medicina dello sport ovvero dai medici della Federazione Medico Sportiva Nazionale del CONI. (Fonte: Ministero della Salute)

CERTIFICATI MEDICI:

-Il Certificato ha validità annuale dalla data del rilascio

-Il Certificato deve indicare l’avvenuta misurazione della pressione arteriosa e deve indicare la data di un referto di un elettrocardiogramma a riposo effettuato almeno una volta nella vita

-Particolari regole sono fissate per gli ultrasessantenni e per i soggetti a rischio cardiovascolare

Alla luce di questi chiarimenti risulta ovvio che le “autocertificazioni” sono prive di valore.

In merito all’attività ludico motoria non è dovuto alcun certificato medico. Si precisa però che l’attività ludico motoria è svolta autonomamente dalle singole persone e non può essere svolta da Associazioni Sportive Dilettantistiche per i propri tesserati come indicato anche dal CONI nella sua circolare del 19.09.2014.

ATTIVITA’ LUDICO MOTORIA

Il CONI con sua circolare del 19.09.2014 n. 0010529, nel riportare e commentare le linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica indicate nel Decreto Ministeriale del 08/08/2014 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 243 del 18.10.2014 ha scritto:

“Ciò premesso, è opportuno sottolineare che le suddette Linee Guida non si applicano all’attività ludica e amatoriale, intendendosi per tale, ai sensi dell’art. 2, comma 1, del decreto del Ministero della Salute 24 aprile 2013 (cd. “decreto Balduzzi”), l’attività ludico motoria, praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, individuale o collettiva, non occasionale, finalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fisico della persona, non regolamentata da organismi sportivi, ivi compresa l’attività che il soggetto svolge in proprio, al di fuori di rapporti con organizzazioni o soggetti terzi.”

Preso atto di queste precisazioni TUTTE le attività “ORGANIZZATE” o “REGOLAMENTATE” da soggetti riconosciuti dal CONI (compreso quindi l’AICS) hanno l’obbligo del certificato medico e quindi non possono mai essere qualificate come ludico motorie. ( Fonte: AICS – aics on line. )

Ma i costi? Le tariffe possono variare a seconda degli esami richiesti. L’importante è confidare in persone qualificate che vi facciano…”un buon rapporto qualità prezzo!” (n.d.r.).

Il villaggio della dieta mediterranea

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“Noi siamo ciò che mangiamo!” (Ludwig Feuerbach).

Vi comunichiamo che nei prossimi giorni il borgo medievale di Buti si trasforma nel villaggio della dieta mediterranea. “MedDiet Village”, dal 7 al 9 febbraio, fa tappa in Toscana con tre giorni di festa alla scoperta dei saperi e dei sapori legati alla cucina tipica butese. Molte le iniziative in programma: convegni, corsi, degustazioni, show cooking, laboratori di assaggio, mercatini, dimostrazioni di artigianato locale ed anche la nostra associazione è stata invitata a partecipare per promuovere le prossime iniziative.

 

Molto spesso si sente parlare di Dieta, una parola “temuta” da molte persone perché inizialmente e tutt’oggi viene associata spesso e ignorantemente, al dovere mangiar poco o addirittura quasi niente, ma non è proprio così! La dieta è semplicemente un modo di vivere il cibo in modo equilibrato attinente al nostro stile di vita magari abbinata a del sano movimento senza dimenticare che la nutrizione costituisce un aspetto cruciale per la prestazione fisica, essa fornisce il carburante per il lavoro biologico e permette l’utilizzo del potenziale energetico contenuto negli alimenti.

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L’importanza e lo stretto legame del binomio “alimentazione e buona salute” è sottolineata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che considera nutrizione adeguata e salute diritti umani fondamentali. L’alimentazione è uno dei fattori che maggiormente incidono sullo sviluppo, sul rendimento e sulla produttività delle persone, sulla qualità della vita e sulle condizioni psico-fisiche con cui si affronta l’invecchiamento. Inoltre una dieta corretta è un validissimo strumento di prevenzione per molte malattie e di trattamento per molte altre.

Negli ultimi anni sono stati pubblicati ampie e significative ricerche che danno importanti segnali dell’esistenza di un rapporto causale tra la Dieta Mediterranea e la riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari, tumori ed altre patologie gravi.

Negli anni 50 Ancel Keys, un nutrizionista americano, si accorse che le popolazioni del bacino mediterraneo erano meno suscettibili ad alcune patologie rispetto agli statunitensi. Da questa osservazione nacque l’ipotesi che la dieta mediterranea fosse in grado di aumentare la longevità di chi la seguiva.

Per riassumere I princìpi della dieta mediterranea e far presa sulla popolazione fu proposta negli anni ’90 una semplice piramide alimentare che riportava  la distribuzione in frequenza e quantità degli alimenti nell’arco della giornata. In particolare alla sua base si trovavano gli alimenti da consumare più volte al giorno mentre all’apice venivano riportati i cibi da limitare.

La Dieta mediterranea rappresenta anche un patrimonio storico e culturale di grande rilievo e si propone come simbolo di una cucina la cui semplicità, fantasia e sapori sono apprezzati in tutto il mondo. I piatti tipici della dieta mediterranea rappresentano dunque un’eccellenza gastronomica e nutrizionale di prim’ordine.

Passeggiata i #tesoridibuti

Venite al MedDiet… i Butesi sono capaci di tutto! (n.d.r.)

“…io sono a favore della vita di qualità voi mangiate bene e noi ci ritroveremo a 100 anni ancora passeggianti…” Dr.G.C. (con i bastoncini sarà possibile arrivare ai 200 anni? n.d.r.)